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La Reggia di Caserta è la residenza reale più grande al mondo 
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https://www.youtube.com/watch?v=gsV48HSjfbk

La reggia di Caserta è un palazzo reale, con annesso un parco, ubicato a Caserta. È la residenza reale più grande al mondo per volume e i proprietari storici sono stati i Borbone di Napoli, oltre a un breve periodo in cui fu abitata dai Murat.

Nel 1997 è stata dichiarata dall'UNESCO, insieme con l'acquedotto di Vanvitelli e il complesso di San Leuciopatrimonio dell'umanità.

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Le origini della reggia

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Il Palazzo reale di Caserta fu voluto dal Re di Napoli Carlo di Borbone, il quale, preso da una "competizione" con i reali francesi e desideroso di donare a Napoli strutture tali da poter svolgere un ruolo di città-capitale di livello europeo, decise di inaugurare una reggia che potesse rivaleggiare in magnificenza e imponenza con quella di Versailles. Per motivi di sicurezza, la località prescelta fu Casertavecchia a circa 15 km a nord dalla capitale (vedi spedizione navale britannica contro Napoli del 1742).

Dopo il rifiuto di Nicola Salvi, afflitto da gravi problemi di salute, il sovrano si rivolse all'architetto Luigi Vanvitelli, a quel tempo impegnato nei lavori di restauro della basilica di Loretoper conto dello Stato Pontificio. Carlo di Borbone ottenne dal Papa di poter incaricare l'artista e nel frattempo acquistò l'area necessaria, dove sorgeva il palazzo cinquecentesco degli Acquaviva, dal loro erede duca Michelangelo Caetani, pagandola 489.343 ducati, una somma che seppur enorme fu certamente oggetto di un forte sconto: Gaetani, infatti, aveva già subìto la confisca di una parte del patrimonio per i suoi trascorsi antiborbonici.

Il re chiese che il progetto comprendesse, oltre al palazzo, il parco e la sistemazione dell'area urbana circostante, con l'approvvigionamento da un nuovo acquedotto (Acquedotto Carolino) che attraversasse l'annesso complesso di San Leucio. La nuova reggia doveva essere simbolo del nuovo stato borbonico e manifestare potenza e grandiosità, ma anche essere efficiente e razionale.

Il progetto si inseriva nel più ampio piano politico di re Carlo di Borbone, che probabilmente voleva anche spostare alcune strutture amministrative dello Stato nella nuova Reggia, collegandola alla capitale Napoli con un vialone monumentale di oltre 15 km. Questo piano fu però realizzato solo in parte; anche lo stesso palazzo reale non fu completato della cupola e delle torri angolari previste inizialmente.

Vanvitelli giunse a Caserta nel 1751 e diede inizio subito alla progettazione del palazzo, commissionatogli con l'obbligo di farne uno dei più belli d'Europa. Il 22 novembre di quell'anno l'architetto sottopose al re di Napoli il progetto definitivo per l'approvazione. Due mesi dopo, il 20 gennaio 1752genetliaco del re, nel corso di una solenne cerimonia alla presenza della famiglia reale con squadroni di cavalleggeri e di dragoni che segnavano il perimetro dell'edificio, fu posta la prima pietra. Tale momento viene ricordato dall'affresco di Gennaro Maldarelli che campeggia nella volta della Sala del Trono.

L'opera faraonica che il re di Napoli gli aveva richiesto spinse Vanvitelli a circondarsi di validi collaboratori: Marcello Fronton lo affiancò nei lavori del palazzo, Francesco Collecini in quelli del parco e dell'acquedotto, mentre Martin Biancour, di Parigi, venne nominato capo-giardiniere. L'anno dopo, quando i lavori della reggia erano già a buon punto, venne cominciata la costruzione del parco. I lavori durarono complessivamente diversi anni e alcuni dettagli rimasero incompiuti. Nel 1759, infatti, Carlo di Borbone di Napoli era salito al trono di Spagna (con il nome di Carlo III) e aveva lasciato Napoli per Madrid.

I sovrani che gli succedettero, Gioacchino Murat, che all'abbellimento della reggia diede un certo contributo, Ferdinando IV (divenuto poi dopo il congresso di Vienna Ferdinando I delle Due Sicilie), Francesco IFerdinando II e Francesco II, col quale ebbe termine in Italia la dinastia dei Borbone, non condivisero lo stesso entusiasmo di Carlo di Borbone per la realizzazione della Reggia. Inoltre, mentre ancora nel XVIII secolo non era difficile reperire manodopera economica grazie ai cosiddetti barbareschi catturati dalle navi napoletane nelle operazioni di repressione della pirateria praticata dalle popolazioni rivierasche del Nordafrica, tale fonte di manodopera si azzerò nel secolo successivo con il controllo francese dell'Algeria.

Infine, il 1º marzo 1773 morì Vanvitelli al quale successe il figlio Carlo: questi, anch'egli valido architetto, era però meno estroso e caparbio del padre, al punto che trovò notevoli difficoltà a compiere l'opera secondo il progetto paterno.

Nel 1787 giunse alla Reggia lo scrittore Goethe mentre eseguiva il suo Grand Tour, il quale meravigliato dai giardini così descrisse quella visita:

«La posizione è di eccezionale bellezza, nella più lussureggiante piana del mondo, ma con estesi giardini che si prolungano fin sulle colline; un acquedotto v'induce un intero fiume, che abbevera il palazzo e le sue adiacenze, e questa massa acquea si può trasformare, riversandola su rocce artificiali, in una meravigliosa cascata. I giardini sono belli e armonizzano assai con questa contrada che è un solo giardino.»

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Residenza reale

Re Ferdinando IV di Napoli elesse la reggia di Caserta a propria residenza di caccia, convincendosi a lasciare il Palazzo Reale di Portici dopo l'eruzione del Vesuvio del 1767. Sua moglie, Maria Carolina, si prese a cuore la decorazione del nuovo palazzo dimostrando un gusto particolare,[6] riunendo a Caserta un'importante pinacoteca ed una notevole collezione di porcellane.

La proclamazione della Repubblica Partenopea nel 1799 espropriò il palazzo e le altre proprietà della corona alla famiglia reale che in quel medesimo anno chiese aiuto agli altri regnanti d'Europa per salvarsi dalle ondate rivoluzionarie nel Regno di Napoli. L'edificio non subì grandi danni, ma venne depredato di gran parte del prezioso mobilio interno, di cui alcuni pezzi vennero recuperati in seguito con la Restaurazione.[7]Fu la stessa regina ad occuparsi di questo aspetto della struttura, facendole riprendere l'aspetto che sostanzialmente mantiene ancora oggi.

Nel 1806Napoleone conquistò il Regno di Napoli e ne concesse la corona a suo fratello Giuseppe. La famiglia reale borbonica dovette cercare rifugio in Sicilia abbandonando tutte le proprietà alla penisola, che passarono di mano al nuovo re. Con la conquista della Spagna nel 1808, Giuseppe venne inviato come sovrano del nuovo stato conquistato e Gioacchino Murat prese il suo posto come re di Napoli Murat ebbe sempre una particolare predilezione per il palazzo di Caserta dove fece realizzare un intero appartamento di stile impero.

Dopo il Congresso di Vienna del 1815, venne restaurata la monarchia borbonica nel nuovo Regno delle Due Sicilie. Successivamente, il palazzo servì come residenza di caccia dei re borbonici, ma entrò in uno stato di decadenza. Nel 1860 l'intero regno venne incorporato nel neonato Regno d'Italia ed il palazzo venne utilizzato occasionalmente per alcuni membri di casa Savoia come per Emanuele Filiberto-duca d'Aosta, sino a quando Vittorio Emanuele III non lo cedette allo stato italiano nel 1919.

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fonte: wikipedia

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