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Avviso Sirena, varato a Castellammare di Stabia
il 9 novebmre 1859

Piroscafo-avviso di dimensioni abbastanza ridotte e dalle linee tradizionali, il Sirena, scafo in legno con carena rivestita di rame, aveva, oltre all'apparato propulsivo, anche due alberi armati a brigantino goletta (trinchetto a vele quadre e maestra a vele auriche). L'apparato motore era costituito da due caldaie, ognuna delle quali provvista di un fumaiolo, ed una macchina alternativa a bilanciere, che imprimeva la potenza di 120 HP (88 kW) nominali a due ruote a pale articolate, consentendo una velocità massima di 12 nodi ed un'autonomia di 70 ore (840 miglia) a tale velocità. La macchina a vapore, prodotta dalla ditta londinese Maudslay & Field, non era di nuova costruzione, ma proveniva dal vecchio avviso a ruote Nettuno, costruito in Inghilterra nel 1833 e demolito nel 1855; tale motrice venne installata sullo scafo del Sirena a varo già avvenuto, nel novembre 1859.

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L'armamento originario del Sirena si componeva di un cannone in ferro a canna liscia da 30 libbre, ad avancarica, collocato a prua su un affusto circolare, e di quattro cannoni da 4 libbre, in bronzo ed a canna rigata

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Impostato nell'ottobre 1855 nei cantieri di Castellammare di Stabia per la Real Marina del Regno delle Due Sicilie, il Sirena poté essere varato solo nel novembre 1859 ed ultimato a fine maggio del 1860, nel corso dei tumultuosi eventi che avrebbero portato all'unità d'Italia e, conseguentemente, alla fine del Regno delle Due Sicilie.

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Il servizio dell'avviso per la Marina borbonica fu pertanto molto breve: sotto tale bandiera la nave svolse un solo compito, il rimorchio, nel giugno del 1860, del brigantino San Girolamo da Napoli a Palermo. Comandava allora la nave il tenente di vascello Roberto Pucci.

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Rientrato a Napoli in settembre, il Sirena non seguì, al pari della maggior parte della flotta del regno delle Due Sicilie, Francesco II a Gaeta: il 7 settembre 1860, giorno della partenza del sovrano, la nave, al comando del capitano di fregata Pietro Lavia, rimase nel porto partenopeo, passando quindi alla Marina del Regno di Sardegna. Gran parte degli equipaggi della flotta borbonica, tuttavia, essendo ancora fedeli a Francesco II, disertarono in massa, rendendo di fatto molte delle navi inimpiegabili: a stento si riuscì a racimolare un numero di uomini sufficiente ad armare il Sirena. Aggregato alla squadra sabauda del viceammiraglio Carlo Pellion di Persano, l'avviso, al comando ora del capitano di fregata Leopoldo De Cosa, venne da questi impiegato in compiti costieri e di staffetta – essenzialmente di collegamento e di trasporto – nelle ultime fasi della campagna del 1860-1861. Alle nove di sera dell'11 settembre 1860 la divisione sarda partì per l'Adriatico, ed il Sirena fu l'unica nave ex del regno delle Due Sicilie a potersi unire ad essa, ma l'indomani, non disponendo di carbone per più di 40 ore di navigazione, venne rimandato da Persano a Napoli, in quanto un suo invio a Corfù per fare rifornimento avrebbe causato una fuga di notizie sull'arrivo della Divisione sarda in Adriatico, che doveva restare invece segreta il più a lungo possibile. Il 1º novembre 1860 l'avviso, partito da Napoli, giunse in Sicilia, portando notizie per l'ammiraglio Persano.

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Il 24 gennaio 1861 la nave venne inviata nel Canale d'Otranto, dove vigilò sulla posa del cavo sottomarino Brindisi-Corfù da parte della nave britannica William. Ultimato tale compito, l'avviso fece ritorno a Messina.

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Fonte: wikipedia

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