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Brigantino Valoroso, varato a Castellammare di Stabia
il 27 settembre 1837

Costruito sugli stessi piani del brigantino Zeffiro (costruito tra il 1832 ed il 1833) ma in un altro cantiere (Castellammare di Stabia invece che Napoli), il Valoroso, aveva scafo in legno con carena ricoperta di rame, ed armamento velico a brigantino a palo (alberi di trinchetto e maestra a vele quadre ed albero di mezzana a vele auriche). Successivamente anche l'albero di mezzana venne convertito a vele quadre, mutando così l'armamento velico da brigantino a palo a nave.

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L'armamento originario consisteva in 16 carronate francesi da 32 libbre, in ferro ed a canna liscia, disposte in barbetta (batteria scoperta), oltre a due cannoni-obici Paixhans da 30 libbre, anch'essi in ferro ed a canna liscia.

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Impostata nel febbraio 1837 nei cantieri di Castellammare di Stabia per la Marina del Regno delle Due Sicilie, la nave venne varata nel settembre 1837 e completata nel dicembre dello stesso anno. Pur essendo di fatto una corvetta, la nave venne classificata brigantino dalla Marina del regno delle Due Sicilie per via del suo armamento velico a brigantino a palo.

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Nel corso della sua vita operativa il Valoroso venne adibito per diversi periodi a nave scuola per l'addestramento degli allievi del Collegio Marina ed impiegato in compiti di vigilanza lungo le coste siciliane. Tra gli altri usi cui fu adibito vi fu anche quello di lazzaretto, a Nisida.

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Nel gennaio 1838, a poche settimane dall'entrata in servizio, il brigantino trasportò truppe in Sicilia e compì poi una crociera di breve durata nelle acque del Mare Adriatico. Impiegata per la sorveglianza in Mar Tirreno nel corso del 1839, la nave venne in seguito adibita a lazzaretto a Nisida, restandovi sino al 31 agosto 1850.

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Il 7 luglio 1846 il Valoroso, insieme ad altre dieci unità (pirofregate RuggieroRobertoErcoleArchimede, fregata a vela Regina Isabella, brigantini IntrepidoPrincipe CarloZeffiro e Generosoavviso Delfino), salpò da Napoli in formazione con la corvetta Cristina, che aveva a bordo i sovrani delle Due Sicilie, il duca di Calabria, il conte di Trapani, le principesse Carolina Ferdinanda ed Amalia con il marito di quest'ultima Sebastiano, e quattro giorni più tardi, alle sette del mattino, giunse a Messina.

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Tra il 1850 ed il 1859 il Valoroso, insieme al brigantino Zeffiro ed alla fregata Amalia, venne impiegato per crociere d'istruzione dei guardiamarina una volta all'anno. In particolare il Valoroso effettuò due campagne d'istruzione per gli allievi del Collegio di Marina nel giugno 1851 e nel giugno 1852. In tale periodo si susseguirono al comando della nave i capitani di fregata Letterio Longo, Luigi Settimo ed Emanuele Marin.

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Intorno al 1853 il brigantino incappò in una violenta tempesta, che riuscì tuttavia a superare. Durante la burrasca l'equipaggiopregando la Madonna per ottenere la salvezza, espose un dipinto ritraente la Madonna e Gesù Bambino, che venne trascinato via dalle onde per poi essere da esse riportato nei pressi della nave e recuperato un'ora più tardi, proprio quando il mare si acquietò improvvisamente.

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Dopo un ventennio di servizio, nel dicembre 1857, il Valoroso venne portato in secco sullo scalo d'alaggio dei cantieri di Castellammare e quindi sottoposto a lavori di grande manutenzione: vennero sostituiti parecchi corsi di fasciame della carena e furono calafatati i comenti. Terminati i lavori il 18 febbraio 1858, il brigantino venne rivarato e riprese servizio dapprima al comando del capitano di fregata Giuseppe Flores e quindi del parigrado Giovanni Vacca.

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Il 20 aprile 1860, durante i tumulti siciliani che precedettero l'impresa dei Mille, il brigantino venne inviato, insieme alla fregata Partenope, a pattugliare le acque comprese tra le isole Egadi e la costa siciliana nel tratto Capo San Vito–Mazara. In seguito la nave, unitamente alla pirocorvetta Stromboli ed alla fregata a vela Partenope, venne inviata a pattugliare la costa nordoccidentale della Sicilia, per prevenire eventuali sbarchi garibaldini.

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Il 9 maggio 1860 il Valoroso, al comando del capitano di fregata Carlo Longo ed insieme a Stromboli, Partenope e ad una quarta unità borbonica, il piroscafo armato Capri, venne inviato a Marsala per contrastare lo sbarco dei Mille dai piroscafi Piemonte e Lombardo. Il brigantino – che inizialmente era stato inviato a vigilare al largo della costa insieme al Capri –, rallentato dal fatto di avere unicamente propulsione a vela (per lo stesso motivo la Partenope dovette essere rimorchiata dal Capri), giunse tuttavia a Marsala solo a sbarco pressoché concluso: le tre navi che lo avevano preceduto, ad ogni modo, avevano esitato ad aprire il fuoco per l'opposizione dei comandanti delle cannoniere britanniche Argus ed Intrepid, timorosi che le proprietà vinicole inglesi nella zona venissero colpite, ed avevano infine eseguito un blando cannoneggiamento pressoché privo di risultati. Prima di abbandonare Marsala per Palermo la squadra cannoneggiò il Piemonte ed il Lombardo ormai abbandonati, e la Stromboli catturò il Piemonte, che rimorchiò poi a Napoli, mentre il Lombardo, che era semiaffondato, venne abbandonato sul posto dopo un inutile tentativo di disincagliarlo. Le navi napoletane lasciarono Marsala verso le sei e mezza del mattino del 12 maggio. Il 15 maggio assunse il comando del Valoroso il capitano di fregata Alfonso Barone.

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Il 7 settembre 1860 il Valoroso, che si trovava allo sverno nella darsena di Napoli, con equipaggio ridotto al minimo (a bordo vi era solo il personale necessario alla manutenzione ordinaria), non ebbe modo di obbedire all'ordine di seguire Francesco II a Gaeta (ordine del resto disatteso dalla quasi totalità della flotta borbonica) e rimase invece nel porto partenopeo, venendo aggregato alla squadra sardo-piemontese del viceammiraglio Carlo Pellion di Persano ed incorporato provvisoriamente nella Marina del Regno di Sardegna.

 

Fonte: wikipedia

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