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Nel 1777
Primo stato preunitario a stabilire rapporti diplomatici ufficiali con l’Impero Russo.
Nella foto la bandiera dell'Impero Russo utilizzata tra il 1721 e il 1917

Nel 1777 Napoli inviò un proprio ambasciatore alla corte di San Pietroburgo e ne ricevette uno.


L’inizio di questa relazione diplomatica fu il riflesso di un cambiamento nella politica estera del Regno. Fino ad allora, per comprensibili ragioni dinastiche, la corte del giovane Ferdinando IV ruota nell’orbita della corte di Carlo III divenuto Re di Spagna. La caduta del Tanucci e l’aumento dell’influenza della regina Maria Carolina impresso un nuovo orientamento alla politica estera, meno-filospagnola e più orientata verso l’Austria. Nello stesso tempo la zarina Caterina II, di origini anche ella tedesca, aveva creato una coalizione definita “Sistema del Nord”, che coinvolgeva una serie di paesi dall’Inghilterra alla Prussia all’Austria per arginare la preponderanza dei Borbone di Francia e Spagna. Caterina II perpetuava d’altra parte quella tendenza geopolitica russa alla espansione verso il Mar Nero e il Mediterraneo e dunque all’antagonismo nei confronti dell’Impero Turco (che ancora teneva i Balcani in vincoli di ferrea sottomissione).


Penetrazione nel Mediterraneo, distruzione del predominio ottomano sui popoli europei e limitazione del potere dei Borbone di Francia: in vista di questi tre obiettivi l’alleanza con Napoli diventava strategica per la Russia.
In questo contesto il duca Muzio da Gaeta di San Nicola diventava ambasciatore del Regno di Napoli a San Pietroburgo e Andrej Kirillovic Razumovskij giungeva a Napoli come rappresentante dello Zar.


Significativa fu anche l’azione diplomatica del secondo ambasciatore napoletano il duca di Serracapriola che promosse il matrimonio tra una figlia di re Ferdinando e un granduca russo. Il re di Napoli, con una certa miopia diplomatica, lasciò cadere questa ipotesi di intreccio dinastico in nome della diversità confessionale: “è che sarei matto di dare una mia Figlia ad un scismatico, mi maraviglio di Lei, che propone tali cose a me”!


Si noti che lo stesso duca di Serracapriola operò in favore di un avvicinamento tra cattolicesimo e ortodossia vagheggiando l’idea di “una riunione d’opinioni” fra le due Chiese. L’ ecumenismo ante litteram del Serracapriola non deve essere confuso con una sorta di guelfismo: all’epoca i rapporti tra Napoli e Stato Pontificio erano spesso ruvidi (si era pur sempre negli anni del giurisdizionalismo e delle rivendicazioni di laicità delle monarchie assolute) e l’ambasciatore valutò anche la possibilità di un ingrandimento del regno di Napoli a spese dell’ormai anacronistico Stato della Chiesa. I russi furono propensi ad appoggiare queste rivendicazioni ed inviarono nove battaglioni in appoggio al regno di Napoli, più duecento cosacchi…

 

Alfonso Piscitelli

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Fonte: eurus.it

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