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Nel 1831
Decreto Reale per le scuole nautiche

Gaeta vantava una delle quattordici scuole nautiche che il Regno possedeva all'atto del trapasso unitario. Ben consapevole della "necessità della istruzione delle popolazioni marittime", come si legge in un Decreto Reale 28 ottobre 1831 che riformava il sistema amministrativo e disciplinare di alcune scuole nautiche, il governo napoletano fu particolarmente sensibile nel promuovere una costante crescita qualitativa degli Istituti Nautici. Tra questi, giustamente famosa oltre i confini nazionali, era la prima scuola in Italia di allievi macchinisti istituita a Pietrarsa accanto al celebre opificio, colosso dell'industria metalmeccanica, che vantava il maggior impiego di manodopera in Italia, quasi mille operai altamente specializzati, il doppio numerico rispetto all'Ansaldo di Sampierdarena. Nel momento in cui Francesco II da sovrano del Regno delle Due Sicilie fu costretto a diventare il "Montezuma di Gaeta", mutuando una immaginifica descrizione di A. Ghirelli, la marina mercantile napoletana era ancora in espansione: con una flotta di oltre diecimila legni, aveva continuato ad aumentare la sua consistenza, mentre i noli marittimi coprivano largamente il disavanzo commerciale tra esportazioni ed importazioni. Questa continua espansione economica è confermata da una significativa statistica contenuta in una relazione del 1865, in cui viene riportata la crescita del movimento "import-export" relativo al commercio marittimo delle Due Sicilie. Si passa dai 27 milioni di ducati del quadriennio 1840-44, ai 29 milioni del quadriennio successivo, ai 31 milioni del 1850-54, sino ai 34 milioni e 355 mila ducati del quadriennio 1855-59. Cifre che vanno ancor più rivalutate nella considerazione del ribasso dei prezzi di mercato dal 1840 al '59, con un unità monetaria che non conosceva tassi inflattivi. Ma, come tante attività meridionali, anche la Marina fu sacrificata all'unità.

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Fonte: quicampania.it

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