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Fregata_Partenope_nel_Porto_di_Napoli.jp
Fregata Partenope, varata a Castellammare di Stabia
il 17 novembre 1834

Impostata nel 1833 e varata nel 1834 nei cantieri di Castellammare di Stabia e completata nel 1838 nell'Arsenale di Napoli (dov'era stata trainata dopo il varo, il 15 dicembre 1834) come fregata di I rango a vela per conto della Real Marina del Regno delle Due Sicilie, la Partenope era una fregata di tipo classico, con tre alberi a vele quadre (armamento velico a nave) ed un armamento inizialmente composto da 50 cannoni (26 lisci da 24 libbre, 4 cannoni-obici da 200 mm e 20 cannoni-obici lisci da 160 mm). Lo scafo era in legno, rivestito di rame nell'opera viva.

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La Partenope trascorse la maggior parte della propria vita operativa nella Real Marina del Regno delle Due Sicilie. Nei primi tempi effettuò attività di squadra in Mediterraneo. Tra il 1838 ed il 1839 trasportò in Sicilia, al comando del capitano di vascello Gaetano Imbert, truppe del 10º Reggimento fanteria di linea (20 ufficiali e 538 sottufficiali e soldati).

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Nel 1840 la Partenope fu assegnata alla Squadra d'Evoluzione del brigadiere Alfonso Sozj Carafa, navigando nel Tirreno e scortando in varie occasioni i re di Napoli in Sicilia. Il 10 maggio 1843, 242 membri dell'equipaggio della fregata contribuirono, insieme ad altri 2200 uomini, a tirare in secco il vecchio vascello Capri.

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Il 1º luglio 1843 la nave, al comando del capitano di fregata Lucio Di Palma Castiglione ed insieme ad altre tre unità borboniche (il vascello Vesuvio e le fregate Amalia e Regina Isabella), lasciò Napoli per Rio de Janeiro per scortare la principessa Maria Teresa Cristina di Borbonesposa dell'imperatore Dom Pedro II del Brasile. Passato l'equatore nella notte tra il 17 ed il 18 agosto, le navi giunsero nella città brasiliana il 3 settembre, ripartendone poi il 15 ottobre per arrivare a Napoli il 24 dicembre 1843.

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Tra il 1848 ed il 1850 la nave venne più volte inviata in Sicilia, ove sbarcò truppe per reprimere la ribellione degli abitanti dell’isola. Dal 1855 al 1857 la Partenope venne impiegata come nave scuola per conto del Collegio di Marina.

 

Il 9 maggio del 1860 la Partenope (al comando del capitano di vascello Tommaso Cossovich), insieme ad altre tre unità borboniche, la pirocorvetta Stromboli, il brigantino Valoroso ed il piroscafo armato Capri, venne inviata a Marsala per contrastare lo sbarco dei Mille dai piroscafi Piemonte e Lombardo. La fregata, rimorchiata dal Capri per poter ridurre i tempi di navigazione, e preceduta di mezz'ora dalla Stromboli, giunse in quel porto l'11 maggio 1860, quando ormai lo sbarco stava volgendo al termine ma non aprì il fuoco, temendo di colpire le navi da guerra inglesi Argus ed Intrepid (i cui comandanti temporeggiarono per favorire lo sbarco), ormeggiate nei pressi del Piemonte e del Lombardo: quando infine le due unità aprirono il fuoco, eseguirono un cannoneggiamento molto blando, quasi privo di risultati (la Partenope sparò poche cannonate, che ferirono un garibaldino). Prima di abbandonare Marsala per Palermo la squadra danneggiò il Piemonte ed il Lombardo ormai abbandonati e lo Stromboli catturò il primo dei due piroscafi (l'altro era semiaffondato). A Palermo il comandante Cossivich tentò di concordare con il contrammiraglio George Rodney Mundy, imbarcato sul vascello Hannibal, una tregua tra truppe borboniche e garibaldine.

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In seguito alla liberazione di Palermo da parte delle truppe garibaldine la Partenope prese il mare alla volta di Napoli, ove arrivò il 21 giugno 1860. Quando, il 6 settembre 1860, il re Francesco II abbandonò Napoli ormai prossima alla caduta per riparare nella piazzaforte di Gaeta, la Partenope – il cui comandante era ora il capitano di vascello Roberto Pasca, succeduto dopo un breve periodo al parigrado Napoleone Sgrugli – fu tra le poche navi borboniche che seguirono il loro sovrano, insieme agli avvisi Etna, Delfino e Messaggero (durante la navigazione da Procida a Gaeta la Partenope ed il Delfino furono accompagnati dalla nave spagnola Colon). A bordo della Partenope si imbarcarono, oltre ai 357 membri dell'equipaggio, anche circa 600 marinai delle pirofregate Ruggiero e Guiscardo, che non condividevano la decisione dei loro comandanti di passare dalla parte dei sardo-piemontesi. La nave giunse a Gaeta il 9 settembre, dopo un viaggio travagliato: il comandante Pasca dovette infatti schierare il distaccamento di fanteria di marina presente a bordo per la contrarietà dei suoi ufficiali e di alcuni sottufficiali, inoltre nel canale di Procida il vento cadde obbligando la Partenope a farsi rimorchiare una quindicina di miglia dal piroscafo mercantile Sorrento, prima di poter riprendere la navigazione a vela in seguito al rialzarsi del vento.

 

Durante il lungo assedio di Gaeta (5 novembre 1860-13 febbraio 1861), durante la quale le fortificazioni della città vennero pesantemente bombardate dall'artiglieria e dalla flotta piemontese, la Partenope, privata della quasi totalità dell'equipaggio, che, sbarcato il 28 gennaio (a bordo furono lasciati un ufficiale ed alcuni marinai), era stato inviato a presidiare le batterie e le fortificazioni difensive della città, venne duramente colpita, riportando gravi danni specie nel bombardamento del 22 gennaio 1861 (lo stesso in cui fu affondato l'avviso Etna). 

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Fonte: wikipedia

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