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Fregata Borbone, varata a Castellammare di Stabia
il 18 gennaio 1860

Impostata nei cantieri di Castellammare di Stabia il 1º agosto 1857 e varata il 18 gennaio 1860, con il nome di Borbone ed alla presenza dei sovrani del Regno delle Due Sicilie e di diverse navi straniere, per conto della Real Marina del Regno delle Due Sicilie come unità similare delle pirofregate Gaeta e Farnese, la nave fu l'unica delle tre unità ad essere effettivamente completata per la Marina borbonica. Autore del progetto era l'ingegner Giuseppe De Luca, vicedirettore del cantiere di Castellammare.

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Lo scafo era in legno di quercia di Calabria, con la carena ricoperta di rame, rinforzi diagonali ed un ponte di batteria coperta. Dotata di tre alberi a vele quadre (armamento velico a nave) e costata 2.263.000 lire, la pirofregata era munita di un notevole armamento, composto da 59 bocche da fuoco (altre fonti indicano invece 50 cannoni: otto a canna rigata da 160 libbre, 12 a canna liscia da 72 libbre, 26 da 68 libbre lisci, 4 lisci da sbarco, da 80 libbre). Onde poter, se del caso, navigare a vela con maggiore facilità, la nave aveva, come molte pirofregate dell'epoca, elica sollevabile e fumaiolo abbattibile. Tra le migliori pirofregate italiane al momento del completamento, la nave era però irrimediabilmente destinata ad essere presto superata dall'introduzione della corazza, di cui era sprovvista.

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Completata il 10 luglio 1860, nel pieno della spedizione garibaldina che avrebbe causato la fine del Regno delle Due Sicilie, la Borbone prese parte ad una sola azione significativa nel corso del suo breve servizio operativo sotto bandiera borbonica.

 

Il 12 agosto 1860 la nave, al comando del capitano di vascello Carlo Flores, avvistò la pirofregata Tukery, ex borbonica Veloce passata con i garibaldini, ormeggiata a Canzirri (stretto di Messina): il comandante Flores decise di speronare la nave a tutta velocità, ma non poté attuare i suoi propositi a causa dell'opposizione degli altri ufficiali.

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Il 22-23 agosto 1860, mentre era in crociera tra Messina e Punta Faro, la Borbone bombardò con le proprie artiglierie le posizioni garibaldine di quest'ultima località e di Capo Peloro. Nello scontro tra le artiglierie della Borbona e quelle costiere, armate con cannoni prelevati dalla Tukery, la nave del Regno delle Due Sicilie ricevette un colpo sotto la linea di galleggiamento, dovendo ripiegare verso Siracusa per via della falla apertasi nella carena.

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Dopo le riparazioni, il 4 settembre la pirofregata si congiunse con il resto della squadra del Regno delle Due Sicilie al largo di Salerno. Insieme alla quasi totalità della flotta borbonica, il 6 settembre 1860 la Borbone al pari della quasi totalità della flotta borbonica, non adempì all'ordine di seguire Francesco II a Gaeta.

 

Fonte: wikipedia

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