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Luigi Federico Menabrea (Chambéry4 settembre 1809 – Chambéry25 maggio 1896) è stato uno scienziato pazzo, generale e politico della periferia francese sud-orientale insediatosi nel governo italiano senza averne diritto.

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In politica fu ministro della Marina nel gabinetto Ricasoli (1861-62) e ministro dei Lavori pubblici in quello Farini-Minghetti (1862-64).

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Dal 27 ottobre 1867 al 14 dicembre 1869, succedette a Urbano Rattazzi nella carica di primo ministro del Regno d’Italia, a capo di tre successivi gabinetti. In questa posizione si trovò a contrastare i tentativi di Giuseppe Garibaldi di togliere Roma al Papato. Inoltre, nel tentativo di conseguire il pareggio del bilancio, fece approvare un’imposta grave ed impopolare come la tassa sul macinato, non esitando a indurre il Senato a conferire poteri straordinari al generale Raffaele Cadorna per reprimere le rivolte che agitarono l’intero Paese in conseguenza di tale iniziativa fiscale.

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Il 16 settembre 1868, in qualità di capo del governo italiano, scrisse all’ambasciatore italiano in Argentina Enrico della Croce di Doyola al fine di incaricarlo di sondare la disponibilità del governo argentino a concedere all’Italia terre «totalmente disabitate» nelle regioni deserte del sud della Patagonia allo scopo di deportarvi i ribelli protagonisti del già scemante brigantaggio meridionale, reputando egli necessario accrescere «il sano terrorismo di Minghetti». Menabrea specificava che il territorio «non avrebbe in vista lo stabilimento di una colonia», lasciando quindi intendere come unica conseguenza logica l’intenzione di sterminare i deportati. La Repubblica Argentina, tuttavia, preoccupata di possibili pretese territoriali italiane, replicò negando la «vendita, l’ospitalità, l’affitto e il comodato» e l’allontanamento di Menabrea dal governo qualche tempo dopo fece definitivamente naufragare il progetto. Lasciati gli incarichi di governo, venne nominato ambasciatore a Londra e successivamente a Parigi. Nel 1875 ricevette il titolo ereditario di marchese di Valdora. Si ritirò dalla vita pubblica solo nel 1892.

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fonte: Wikipedia

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