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Fregata Regina, varata a Castellammare di Stabia
il 27 settembre 1840

Costruita tra il 1838 ed il 1842 nell'Arsenale di Napoli come fregata di I rango a vela per conto della Real Marina del Regno delle Due Sicilie, la Regina era una delle unità più grandi e potenti della Marina borbonica al momento della sua costruzione.

 

Costruita in legno con rivestimento dello scafo di piastre in rame rivettate, la nave era originariamente lunga 53,5 metri ed armata con 50 bocche da fuoco, ovvero 26 cannoni a canna liscia da 40 libbre di produzione francese, 4 cannoni-obici lisci da 200 mm e 20 cannoni lisci da 160 mm. Un'importante innovazione era costituita dalla poppa tondeggiante, molto più resistente alle cannonate di quella “a specchio” allora in uso.

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Tra le ultime grandi unità da guerra prive di macchina a vapore, la Regina aveva tre alberi a vele quadre (armamento velico a nave).

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Dopo il completamento, uno dei primi compiti della Regina consisté nella scorta al re di Napoli Ferdinando II. Il 10 maggio 1843 242 membri dell'equipaggio della fregata contribuirono, insieme ad altri 2200 uomini, a tirare in secco il vecchio vascello Capri. Il 1º luglio 1843, imbarcati gli equipaggi delle pirofregate Tancredi e Guiscardo in costruzione a Gravesend (Regno Unito), la nave lasciò Napoli per Londra, dove doveva trasportare il personale destinato ad armare le due nuove unità.

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A partire dal giugno 1844 la Regina iniziò a prestare servizio di squadra, partecipando alle grandi manovre, e venendo inoltre impiegata nella scorta e nel trasporto dei membri della casata Borbone. Il 26 agosto 1845 la fregata, agli ordini del comandante Francesco Lettieri, trasportò a Palermo un battaglione di fanteria di linea per il cambio della guarnigione.

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Il 27 aprile 1848, scoppiata la prima guerra d'indipendenza, la fregata lasciò Napoli e venne inviata in Adriatico. La squadra di cui la Regina faceva parte era composta, oltre che da essa, dalle pirofregate a ruote Carlo III, GuiscardoRuggieroRoberto e Sannita, dalla fregata a vela Regina Isabella, dalla pirocorvetta a ruote Stromboli e da un brigantino, sotto il comando del commodoro Raffaele De Cosa. Durante la navigazione verso nord le navi, il 5 maggio, fecero tappa ad Ancona, dove sbarcarono il generale Guglielmo Pepe e 5.000 uomini. Raggiunta poi Venezia, la squadra incrociò tra le foci del Tagliamento e del Piave in attesa dell'arrivo delle navi sarde, e, pur senza combattere (vi era il divieto di aprire il fuoco se non attaccati), obbligò la flotta austroungarica a rinunciare al blocco navale della città.

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Il 22 maggio 1848 la squadra napoletana, unitasi ad una formazione sardo-piemontese al comando del contrammiraglio Giuseppe Albini, avvistò al largo di Sacca di Piave una divisione austroungarica di minore forza. Essendo venuto meno il vento, Albini, disponendo solo di navi a vela, convinse De Cosa, per non perdere la superiorità numerica, a far prendere a rimorchio le unità piemontesi dalle pirofregate borboniche, ma il tutto venne eseguito in maniera talmente confusa che quattro piroscafi austroungarici fecero in tempo a raggiungere le navi della propria divisione ed a rimorchiarle sino a Muggia, le cui batterie costiere avevano a quel punto impedito ogni intervento della squadra sardo-napoletana: prima di sera solo la Regina e la fregata sarda San Michele erano giunte a tiro delle navi austroungariche, senza però essere passate all'attacco. Qualche settimana dopo, dopo aver brevemente stazionato insieme alle navi venete e piemontesi nelle acque antistanti Trieste, la squadra del Regno delle Due Sicilie venne richiamata in patria.

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Il 30 agosto 1848, aggregata alla squadra navale (fregate a vela Amalia e Regina Isabella, pirofregate a ruote Sannita, Carlo III, Ruggiero, Roberto, Archimede ed Ercole, sette trasporti truppe, pirocorvette Stromboli e Nettuno ed otto cannoniere) inviata a reprimere l'insurrezione della Sicilia, la Regina appoggiò il corpo di spedizione Filangieri e bombardò Messina, sbarcandovi truppe per la repressione della rivolta (il 2 settembre 1848 la flotta borbonica, dopo aver bombardato Messina, vi sbarcò 250 ufficiali e 6500 uomini, che conquistarono la città dopo tre giorni di scontri), quindi prese parte alle operazioni di blocco navale nei confronti di Palermo. Nel 1849 la Regina sbarcò in Sicilia reparti del II corpo di spedizione.

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Nell'ottobre 1850 la fregata venne mandata nel cantiere di Castellammare di Stabia, ove fu sottoposta ad un turno di lavori.

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Trovandosi a ranghi ridotti nel porto di Napoli durante le vicende dell'impresa dei Mille e della fine del Regno delle Due Sicilie (fine 1860-inizio 1861), la Regina non ebbe modo di recarsi a Gaeta, dove Francesco II si ritirò da Napoli al comando del suo esercito per condurre la resistenza contro le forze garibaldine da sud e le truppe regolari sabaude penetrate nei confini del Regno da nord e dove si consumò l'ultimo atto dell'agonia della monarchia borbonica.

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Fonte: wikipedia

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