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Dal Regno di Sicilia al Regno delle Due Sicilie

Il Regno di Sicilia costituito nel 1130, con Ruggero II d'Altavilla (fusione della Contea di Sicilia e del Ducato di Puglia) e durato fino all'inizio del XIX secolo, la sua sovranità fu assicurata dall'assai longevo Parlamento con sede a Palermo. Per questo è considerato da diversi studiosi come il prototipo del moderno Stato europeo. Il nuovo Stato insisteva così su tutti i territori del Mezzogiorno e della Sicilia, attestandosi come il più ampio e importante degli antichi Stati della penisola italiana.

A seguito di contrasti con Manfredi di Svevia, appartenente alla famiglia imperiale degli Hohenstaufen che era succeduta agli Altavillapapa Urbano IV nominò nel 1263 Carlo I d'Angiònuovo Rex Siciliae. Ma il pesante fiscalismo imposto dai sovrani della dinastia di origine angioina e il malcontento diffuso a tutti gli strati della popolazione isolana determinarono la rivolta del Vespro; seguì la guerra dei novant'anni tra Pietro III d'Aragona, imparentato con gli Hohenstaufen, e gli Angiò. Sconfitto, il 26 settembre 1282 Carlo d'Angiò lasciò definitivamente la sola Sicilia nelle mani degli Aragonesi.

Alla stipula della Pace di Caltabellotta (1302) seguì la formale divisione del regno in due: Regnum Siciliae citra Pharum (noto nella storiografia moderna come Regno di Napoli) e Regnum Siciliae ultra Pharum (Regno di Sicilia, che, per un certo periodo, dal 1282 al 1416, fu noto anche come Regno di Trinacria). Dal 1412 i sovrani della dinastia Aragonese governarono il "Regno di Sicilia ultra" come vicereame.

Nel 1504, la Spagna unita sconfisse la Francia e anche il regno di Napoli fu da allora unito dinasticamente alla monarchia ispanica, come quello di Sicilia, fino al 1713 (de facto fino al 1707), governati come due vicereami distinti ma con la dicitura ultra et citra Pharum e con la conseguente distinzione storiografica e territoriale tra Regno di Sicilia e Regno di Napoli. I due regni, furono nuovamente riuniti in unione personale da Carlo di Borbone tra il 1734 e il 1735, ma la fine del Regno di Sicilia o del Regno di Napoli lo si ebbe con l'unificazione giuridica definitiva di entrambi i regni nel dicembre 1816, con la fondazione dello stato sovrano del Regno delle Due Sicilie.

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In seguito alla sconfitta di Napoleone, con il Congresso di Vienna, gli antichi confini degli stati europei furono quasi tutti ripristinati. Ferdinando riguadagnò il regno continentale lasciando Palermo nel 1815, e nel dicembre 1816 riunì la Sicilia ulteriore e la Sicilia citeriore in un unico stato, il regno delle Due Sicilie, ripristinando, grossomodo, i confini del 1282. Con il nome di Ferdinando I, il sovrano borbonico assunse il titolo di re delle Due Sicilie.

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L'abbandono dell'unione personale dei due regni e la fusione di essi in un'unica entità statuale, dove dal 1817 Napoli assumeva il ruolo di unica capitale, ebbe, quindi, come conseguenza la soppressione del Regno di Sicilia, della Costituzione e la perdita, per Palermo, delle sedi centrali del governo e la chiusura de facto del Parlamento siciliano, provocando malumori nell'opinione pubblica siciliana. Nicolò Palmieri scrisse un saggio polemico al re Ferdinando I, dove dichiarava: «Dal 1816 in poi, la Sicilia ebbe la sventura di essere cancellata dal novero delle nazioni e di perdere ogni costituzione. Noi domandiamo l'indipendenza della Sicilia e i voti non sono solo di Palermo ma della Sicilia intera e la maggior parte del popolo siciliano ha pronunziato il suo voto per l'indipendenza». Dalla soppressione del regno partirono le rivolte indipendentiste, con i primi moti nel 1820.

Il 12 gennaio 1848, prese il via, prima a Palermo e poi in tutta la Sicilia, un moto rivoluzionario anti-borbonico, guidato da Rosolino Pilo e Giuseppe La Masa. La Sicilia venne dichiarata indipendente, mentre l'esercito borbonico, opposta una debole resistenza, si ritirò dall'isola.

Il 23 gennaio si riunì il Comitato Generale, i cui leader erano i patrioti siciliani Vincenzo Fardella di TorrearsaFrancesco Paolo Perez e Ruggero Settimo (presidente), Mariano Stabile (segretario generale)[98] e Francesco Crispi, che riceverà una speciale responsabilità per l'allestimento delle barricate. Il 25 marzo fu riaperto dopo circa 30 anni il Parlamento siciliano, presieduto da Vincenzo Fardella di Torrearsa, fu proclamato il Regno di Sicilia e fu insediato un governo costituzionale. Un decreto deliberato dal Parlamento del 13 aprile dichiarò decaduta la monarchia borbonica. Il 10 luglio 1848, fu proclamata la nuova costituzione

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Il Regno delle Due Sicilie fu uno Stato sovrano dell'Europa meridionale esistito dal dicembre 1816 al febbraio 1861, ovvero dalla Restaurazione all'Unità d'Italia.

Prima della Rivoluzione francese del 1789 e delle successive campagne napoleoniche, la dinastia dei Borbone regnava negli stessi territori, ma questi risultavano divisi nel Regno di Napoli e nel Regno di Sicilia.

Un anno dopo il congresso di Vienna e con il Trattato di Casalanza, il sovrano Borbone che prima d'allora assumeva in sé la corona napoletana (al di qua del Faro) come Ferdinando IV, e quella siciliana (al di là del Faro) come Ferdinando III, riunì in un'unica entità statuale il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia, attraverso la Legge fondamentale del Regno delle Due Sicilie dell'8 dicembre 1816, a quasi 400 anni dalla prima proclamazione del Regno Utriusque Siciliae da parte di Alfonso il Magnanimo. Inizialmente la capitale era Palermo(secolare sede del Parlamento Siciliano), ma già l’anno successivo (1817) fu spostata a Napoli. Palermo continuò ad essere considerata "città capitale" dell'isola di Sicilia.

Ebbe fine con la firma dell'armistizio e la resa di Francesco II il 17 febbraio 1861 e con la proclamazione del Regno d'Italia il 17 marzo dello stesso anno.

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fonte: wikipedia

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