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Nel 1838
primi studi di Raffaele Piria sull’acido salicilico (futura “aspirina” a cui diede il nome).

Piria eseguì importanti ricerche sulla salicina e altri derivati naturali. Le prime scoperte su questa sostanza si devono però al farmacista francese Henri Leroux, che nel 1829 riuscì ad ottenerla in forma cristallina.

 

Piria iniziò i suoi esperimenti nel 1838 a Parigi presso il laboratorio di Dumas, coinvolgendo anche i suoi allievi. Studiando le scoperte di Leroux e grazie ad un accurato quanto paziente metodo di ricerca sperimentale, riuscì a ottenere l'idruro di salicile, una sostanza dalle caratteristiche simili a un olio essenziale. Qualche anno dopo, nel suo laboratorio a Pisa, scoprì che la salicina si compone di una molecola di saligenina con una molecola di glucosio per eliminazione di una molecola d'acqua. Nel 1853, riprendendo i suoi studi, il chimico tedesco Gerhardt otterrà l'acido salicilico in forma impura e con scarsa stabilità chimica. Sarà lo stesso Piria successivamente ad analizzarne e descriverne le proprietà essenziali.

 

Importanti sono anche le sue ricerche sulla populina. Piria comprese che, per effetto dell'ebollizione con acqua acidulata, in presenza di piccole quantità di acido nitrico, la populina forma una sostanza giallastra, l'odore della quale è assolutamente simile a quello dell'idruro di salicile.

 

Osservò pertanto che la populina è una sostanza costituita dall'unione di saligenina, acido benzoico e glucosio. Capì dunque che era possibile ottenere la salicina dalla populina, riuscendo prima ad eliminare l'acido benzoico tramite l'utilizzo di alcali caustici. La fama dello scienziato è legata anche a un'importante reazione che porta il suo nome (reazione di Piria), che consiste nella reazione tra ammine alifatiche primarie e acido nitroso (HNO2) e ha come prodotti l'alcol corrispondente, acqua e azoto. Tale reazione è usata ampiamente per analizzare la quantità del gruppo amminico primario degli amminoacidi nei liquidi biologici. Piria scoprì che uno dei principali costituenti dello zucchero è il glucosio e studiò attentamente l'acido salicilico e i suoi derivati. Inoltre individuò nella tirosina uno dei prodotti del metabolismo delle proteine. Identificò una reazione con la quale trasformare gli amminoacidi in ossiacidi, grazie agli studi sull'asparagina e l'acido aspartico, trasformando quest'ultimo in acido malico. Determinò una metodica per trasformare gli acidi in aldeidi riducendo i sali di calcio degli acidi con formiato di calcio e grazie a tali sistemi ottenne l'anisica, l'aldeide benzoica e la cinnamica.

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Fonte: wikipedia

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