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Nel 1852
Primo bacino di carenaggio a Gaeta

Gaeta vantava una tradizione di eccellenti marinai e di ottimi costruttori di imbarcazioni mercantili e da pesca. Invero la marineria meridionale era una delle poche nel Mediterraneo che poteva vantare un vasto assortimento di imbarcazioni minori costruite ed impiegate in tutto lo Stato. Tali mezzi erano di vitale importanza nell'economia del Regno, in quanto la loro costruzione ed il loro impiego producevano lavoro e ricchezza, anche indotti, se si pensa a tutte le attività complementari legate alla produzione di accessori e di utensili indispensabili per la navigazione ed il commercio. II borgo di Gaeta era uno dei più importanti poli di attività della cantieristica minore del medio e basso Tirreno. Le costruzioni navali avvenivano sugli arenili del borgo e nulla era fisso. Scalo ed avanscalo erano "volanti" e quello spazio che d'estate era occupato da una struttura pullulante di attività, d'inverno ridiventava spiaggia libera. Del resto solo a Napoli, Palermo,  Messina e Casitellammare, dove dal 1852 esisteva il primo bacino di carenaggio in Italia, vi erano apprestamenti industriali stabili di proprietà statale adibiti permanentemente alla cantieristica navale. A Gaeta, come in altre località costiere dedite alla cantieristica minore, i maestri d'ascia e i carpentieri, con attrezzi realizzati artigianalmente, realizzavano sull'arenile le barche o i bastimenti di piccolo e medio tonnellaggio che erano stati loro commissionati.

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Fonte: quicampania.it

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