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Nel 1806
prima cattedra di zoologia .

Mario Salfi (1956) Nel 150° anniversario della istituzione della Cattedra di Zoologia dell' Ateneo napoletano,

 

MARIO SALFI

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Direttore dell'Istituto di Zoologia della Università di Napoli

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Nel 150 ° anniversario della istituzione della Cattedra di Zoologia dell' Ateneo napoletano

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Nei tempi odierni tutto cammina velocemente e rapidamente progrediscono gli studi scientifici, nuovi orizzonti aprendosi alla ricerca; e questa ansia del nuovo porta, uon di rado, a non valutare nei suoi giusti limiti l'opera dei predecessori in questa scabrosa lotta contro l'ignoto, senza, talvolta, considerare che chi giunge a piantare la bandiera sullo spalto dove molto, se non tutto, a chi cadde prima di giungervi.

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Sono trascorsi ben 46 anni da quando, nel settembre del 1910, in occasione del IX° Convegno dell'Unione Zoologica Italiana, te - nutosi in Napoli, in questa stessa Aula Magna Francesco Saverio MONTICELLI rievocava la figura e l'opera di Filippo CAVOLINI, zoologo sommo e ricercatore geniale, simbolo della Zoologia partenopea.

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Ed oggi, ancora in occasione di un Convegno della nostra Unione, ricorrendo in quest'anno il 150° anniversario della istituzione della Cattedra di Zoologia di questo Ateneo, e a me che tocca I'onore di ricordare, sia pure brevemente, l'opera degli zoologi napoletani cosi strettamente legata alle vicende della Cattedra.

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Gia nei secoli XVI, XVII e XVIII, gli studi zoologici ebbero in Napoli cultori che per quei tempi godettero fama indiscussa quali FEURANTE IMPERATO, la cui opera «Historia naturale» pubblicata nel 1599 ebbe plauso e corse per le mani dei dotti; Giovan Battista DELLA PORTA, Marco Aurelio SEVERINO, cui si deve la Zootomia democritea oltre a figure minori quali Carlo MUSITANO, Leonardo DA CAPUA, Tommaso NICCOLO D'AQUINO, Elia ASTORINI, Francesco SERAO.

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Ma solo sul finire del XVIII e sul principio del XIX secolo, sotto I'impulso dell'opera rinnovellatrice di LINNEO e di quel luminoso gruppo di «grandi della Scienza» del Jardin des Plantes, cui tanto deve il progresso della Zoologia, si affermano in Napoli gli studi zoologici con una pleiade di entusiasti quale Domenico CIRILLO, Saverio MAORI, Giuseppe Saverio POLI, Filippo CAVOLINI, Vincenzo e Luigi PETAGNA, Stefano DELLE CHIAIE.

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E gia, segno del risveglio della cultura, erano stati dal Governo del Re Ferdinando IV , determinati, nel 1777, nuovi ordinamenti per la nostra Università e con questi, accanto a quella di Botanica esistente fin dal 1735, venne istituita una Cattedra di Storia Naturale affidata a Gaetano DE BOTTIS.

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Al DE BOTTIS successe, nel 1792, a seguito di concorso, Saverio MAORI.

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II MACRÌ nacque a Siderno, in Calabria, nel 1754 e mori più che novautenne nel 1848. Ebbe a Maestro Domenico CIRILLO e da questi fu spinto allo studio delle forme animali marine in cui fu poi seguito da CAVOLINI, POLI, DELLE CHIAIE, Oronzio e Achille COSTA. I quali rivelando le dovizie.del nostro Golfo hanno additato agli Zoologi una fauna meravigliosa cbe richiamò in Napoli studiosi d'ogni parte, aprendo la via a' ricerche che tanto hanno contribuito al progresso della Zoologia in quella Stazione Zoologica di Napoli che fondata nel 1872 da Antonio DOHRN, ieri come oggi, e stata, e, e sarà sempre meta agognata dei ricercatori.

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II MACRI inizio i suoi studi con una memoria, sotto forma di lettera al figlio di Carlo LINNEO, sul cosiddetto polmonie marino: la medusa che il CUVIER denominò Iihizostoma pulmo. Seguirono altri studi sulle Meduse, sulla Beroe, sulle Velelle, sulle Attinie, sui Nudibranchi, sugli Squali.

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Ma se l'opera zoologica del MACRI non tutta sopravvisse ai tempi, I'azione da lui esercitata, l'attivita da lui spiegata e l'influenza avuta nell'ambiente scientilico napoletano per il progresso delle ricercbe vanno certamente riconosciute. A lui, va il merito di avere additato per primo l'importanza dello studio degli animali marini e di averlo iniziato e più ancora gli va fatto merito per avere, col suo entusiasmo, saputo ispirare ed avviare agli studi di Biologia marina Filippo CAVOLINI.

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Nel 1806 furouo, con decreto del 31 ottobre di quell'anno, riformati da Giuseppe Napoleone gli ordinamenti Universitari. Venne abolita la Cattedra di Storia Naturale e creati due insegnamenti distinti per la Mineralogia e per la Zoologia, dividendo questo in due Cattedre: 1) di Zoologia dei quadrupedi, cetacei e dei volatili e 2) di Zoologia degli insetti, vermi, testacei, litofiti e animali microscopici. A Saverio MAORI, che già occupava la Cattedra di Storia Naturale venne attribuita la prima e a Giosuè SANGIOVANNI la seconda Cattedra.

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Giosuè SANGIOVANNI nacque a Laurino (Salerno) nel 1776. Studiò Medicina e Storia Naturale con COTUGNO, SEMENTINI, CI - RILLO e PETAGNA, Maestri allora illustri della nostra Università. Nel 1799 prese parte attiva alle vicende della Repubblica partenopea e dopo aver combattuto a Vigliena, essere stato imprigionato e riuscito a fuggire, riparò in Francia nel 1800; di la passò a Milano quale medico nell'Armata d'ltalia per recarsi quiudi a Parigi. Entusiasta delle discipline naturalistiche segui al Jardin des Plontes i corsi di CUVIER, LAMARCK, GEOFFROY ed altri illustri facendosi subito notare e ben volere da costoro. Presentato da CUVIER a LACEPEDE, come un provetto zoologo, questi lo raccomandò con entusiasmo al Re Giuseppe Napoleoue che gli conferi la Cattedra napoletana di Zoologia degli Invertebrati da lui istituita.

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Ma il SANGIOVANNI, spirito irrequieto, lascia la Cattedra per altri uffici. Rinominato nel 1812 all'unica Cattedra di Zoologia istituita con la riforma di Gioacchino Napoleone del 1811 (il MACRI passò ad insegnare materia medica) il SANGIOVANNI si dimise ancora nel 1813; nel 1819 era bibliotecario dell'Università dalla quale carica fu destituito nel 1822 per i moti politici del 1820 ai quali non era rimasto estraneo. Nel 1832 fu rinominato Professore e Direttore del Museo Zoologico alla cui organizzazione si dedicò con entusiasmo si da poterlo inaugurare nel 1845 in occasione della II riunione degli Scienziati Italiani che ebbe luogo in Napoli in quell'anno.

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Poco numerosi sono gli scritti scientifici del SANGIOVANNI che vertono sui cromatofori dei Cefalopodi e su esperienze di rigenerazione dei Lombrichi. Vari manoscritti di corsi di lezioni seguiti durante il suo soggiomo a Parigi si couservano tuttora nel nostro Istituto di Zoologia.

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Intanto Gioacchino Napoleone con decreto del 20 novembre 1808 istituiva presso la nostra Università la Cattedra di Teorie generali della Storia Naturale dimostrate con le osservazioni, Cattedra che fu conferita a Filippo CAVOLINI.

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Filippo CAVOLINI, nato a Napoli nel 1756, si era avviato alla carriera forense; per la morte del padre fu costretto a ritirarsi nei suoi poderi di Posillipo e lasciati i codici e le pandette si rivolse con ardore agli studi zoologici, studi che fin da giovane aveva iniziati spinto dalla sua naturale vocazione. Già nel 1782 aveva pubblicato le sue osservazioni sulla caprificazione. Seguendo i consigli del suo maestro Saverio MAORI si dette a ricercare ed illustrare gli animali marini del nostro Golfo e per la dovizia delle osservazioni dei fatti nuovi messi in luce l'opera sua riscosse universale stima.

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Filippo CAVOLINI ebbe rapporti con Lazzaro SPALLANZANI che dall'altro capo del Tirreno investigava il mare a Porto Venere.

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Ma il CAVOLINI poco godette della Cattedra perchè ammalatosi gravemente, in seguito ad un incidente occorsogli mentre in barca esplorava le coste di Posillipo e Nisida, mori nel 1810 nella sua casa di Posillipo, ove oggi una lapide apposta nel 1910, nel centenario della sua morte, a cura della Società dei Naturalisti di Napoli, lo ricorda ai posteri.

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Nel 1813, dimessosi il SANGIOVANNI dalla Cattedra, fu nominato Professore di Zoologia Luigi PETAGNA al quale fu affidata anche la direzione del Museo. Questi era figlio di Vincenzo PETAGNA, botanico ed ancbe distinto entomologo. Anche Luigi PETAGNA si occupò, seguendo le orme paterne, di Entomologia, ma poche sono le sue pubblicazioni essendosi interamente dedicato alla direzione del Museo fino alia sua morte avvenuta nel 1832.

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Annessa nel 1826 al Museo Zoologico la raccolta di Giuseppe Saverio POLI già acquistata nel 1816 dal Re Ferdinando 1° e istalIata nell'ex monastero di S. Lorenzo Maggiore come Museo autonomo o Museo Poliano, anche Stefano DELLE CHIAIE che era stato nominato presso quel Museo « Istitutore per dimostrare la forma, la natura e l'interna struttura delle parti onde sono composti i Molluschi e gli altri viventi marini» continuo il suo ufficio presso il Museo Zoologico dell'Università.

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Maestro del DELLE CHIAIE fu Giuseppe Saverio POLI, nato a Molfetta nel 1746 e morto in Napoli nel 1825. Egli fu Professore di Fisica nel Collegio militare di Napoli, ma I'attivita sua di fisico nulla compete con quella di zoologo. L'opera sua memorabile «Testacea utriusque Siciliae eorumque historia et anatome tabulae aeneis illustrata», lodata da CUVIEK, MECKEL e BLAINVILLE rimase però incompleta nel testo e fu poi completata e pubblicata da Stefano DELLE CHIAIE.

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Il DELLE CHIAIE giovane ancora, era nato in Teano nel 1794, pubblicava le sue « Memorie sulla storia e sulla notomia degli animali senza vertebre» in quattro volumi, clie ampliate e rivedute furono pin tardi ripubblicate sotto il titolo u Descrizione e notomia degli animali invertebrati» opera in cui e profusa dovizia di osservazioni originali e nuuve, sicclio il nome del DELLE CHIAIE ricorre continuamente negli studi posteriori. II CLAPAREDE dedicava a lui con ammirazione la sua monograiia sugli Anellidi del Golfo di Napoli.

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Occorre ancora ricordare del DELLE CHIAIE la sua Elmintografia umana, le ricerclie sul circolatorio dei Rettili, sull'apparato genitale dei Marsupiali, sul rene dei pesci.

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Nel 1846 il DELLE CHIAIE passò alla Cattedra di Anatomia patologica che tenne fino alla sua morte avvenuta nel 1860.

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Nel 1832, morto il PETAGNA e resasi vacante la Cattedra di Zoologia, un rapporto del Ministro dell'ntenio del tempo propone al Re di dividere l'insegnamento della Zoologia in quattro cattedre: 1) la prima di Zoologia teoretica per esporre le idee generali che si applicano all'una o all'altra classe di viventi; 2) la seconda diretta alla formazione del gabinetto zoologico e che insegni a rapportare subito alla propria classe il più piccolo vivente, quale che sia, marino, terrestre o volatile; 3) la terza per dimostrare la forma e la struttura delle parti che concorrono al nascimento e al sussistere dei viventi di qualunque genere; 4) la quarta relativa al rapporto dell'organisino dei viventi subalterni anche microscopici a quello dell'uomo.

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Accettato dal Re Ferdinando 11°, il rapporto fu subito tradotto in atto con la nomina di Giosuè SANGIOVANNI alla seconda delle cattedre (diremmo oggi di Zoologia sistematica) e del DELLE CHIAIE, già Istitutore per la minuta notomia, alla terza delle cattedre (diremmo oggi di Anatomia microscopica ed Einbriologia), mentre alla prima cattedra di zoologia teoretica si provvide più tardi, nel 1839, con la nomina di Oronzio Gabriele COSTA. La quarta cattedra a causa dei rivolgimenti politici e dei mutati tempi fu dimenticata.

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Oronzio Gabriele COSTA nacque a Lecce nel 1787; datosi dapprima agli studi di Fisica e di Astronomia fu professore di Fisica al Liceo di Lecce ed occupandosi anche di Mineralogia e di Geologia riuni gli elementi per una carta geologica di quella Provincia. Di ingegno versatile e mente acuta, gli studi naturalistici lo affascinarono, particolarmente quelli di Zoologia ai quali si dedicò completamente. Nel 1820 destituito dalla Cattedra per ragioni politiche si trasferi in Napoli iniziando la sua opera di zoologo con la «Fauna vesuviana, ossia descrizione degli insetti che vivono nelle fumaiole del Vesuvio » e con la sua «Fauna di Aspromonte e sue adiacenze ».

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Da allora Ie pubblicazioni si susseguono per l'illustrazione della nostra fauna sostenendo Egli con calore futilità degli studi faunistici. Alle ricerche sulla fauna terrestre si aggiungono quelle sulla fauna marina del nostro Golfo rivelando Egli nuove forme animali delle quali indaga la struttura e la biologia. Egli concepisce il pensiero che subito traduce, in atto di un lavoro di mole, dell'opera che è documento della meravigliosa attività di un solo uomo la «Fauna del Regno di Napoli».

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Asceso per questi suoi lavori in fama, l'Universita di Corfù, che allora si costituiva, chiamava nel 1837 il COSTA alla Cattedra di Zoologia. Questo riconoscimeuto di dottrina e di alta considerazioue rivelò al Governo del Regno il COSTA e a lui fu attribuita, come già ho detto, nel 1839, una delle cattedre di Zoologia della nostra Università.

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Svolgendo le pagine degli annuari ufficiali del tempo si può seguire il variare degli argomenti dei suoi corsi. Istruiva con cura gli allievi conducendoli seco in escursioni e, al mare, li guidava alla ricerca delle forme marine. I suoi studi continuano sui Molluschi, Crostacei, Anellidi, Briozoi, Foraminiferi, Pesci, Tunicati, Sifonofori, Antozoi e in quei frammenti di Analomia Comparata ove per la prima volta venne da lui illustrata la struttura del Branchiostonia.

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Oronzio Gabriele COSTA, fondò nel 1838 I'Accademia degli Aspiranti Naturalisti che fu vivaio di cultura delle Scienze naturali e che accolse, esercitò, spinse ed educò alla ricerca sotto la sua guida incoraggiatrice un nucleo di giovani volenterosi che furono poi nomi onorati nelle Scienze e decoro del nostro Ateneo e tra questi Salvalore TOMMASI ed Antonio DE MARTINO.

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Le riunioni si svolgevano in casa COSTA sita in Via Cisterna dell'Olio e di esse veniva data notizia in un giornale ebdomadario del tempo, scientifico letterario: « 11 Lucifero», mentre annulmente il COSTA curava la stampa degli Atti dell'Accademia.

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Oronzio Gabriele COSTA entusiasta della Scienza, interamente dedito ai suoi studi e alla scuola fu ingiustamente accusato da chi, come scrisse il MONTICELLI, «l'altissimo merito non fece dimentico d'invidia» (il DELLE CHIAIE ligio al Governo) di aver preso parte attiva alla rivoluzione del 1848 e perciò fu destituito nel 1849, destituzione per il COSTA ancor più dolorosa perchè collegata alla chiusura della sua Accademia degli Aspiranti Naturalisti, d'ordine del Governo.

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Destituito Oronzio Gabriele COSTA, cbiusa I'Accademia, morto il SANGIOVANNI nello stesso anno 1849, svaniva completamente il vasto piano del 1832 per I'inseguimento della Zoologia.

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La Cattedra, nuovamente unita alla direzione del Museo venne affidata al Professore Luigi LARUCCIA. Questi tenne l'ufficio fino al 1855 quando, nominato Professore Emerito venne soatituito dal Professor Ettore CERULLI che tenne la carica fino al 1860.

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Tacque quindi la Cattedra dalla quale Oronzio Gabriele COSTA seguiva ed illustrava i progressi della Zoologia, tacque l'Accademia degli Aspiranti Naturalisti, tacque il Museo Zoologico privo della vivificante attivita del SANCIOVANNI. Ma se la Scienza ufficiale era muta, spazzata dal nembo politico, Oronzio Gabriele COSTA sopportando dignitosamente la disgrazia di un torto immeritato, esempio ed ammaestramento per suo figlio Achille, pieno di fede, raddoppia la sua attività scientifica e in questa gareggia col figlio sia collaborando, sia da solo. Cosi Egli da inizio agli studi sulla Paleontologia delle nostre regioni malgrado i disagi e i sacrifici fatti da chi, scarso di mezzi, era privo di una posizione accadeniica che poteva facilitare le sue ricerche. E queste ricerche Oronzio Gabriele COSTA ha proseguito con ardore giovanile fino a tarda età col suo ultimo lavoro sulla Grotta ossifera di Palinuro.

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Già vecchio Egli non volle accettare, nel 1860, di essere reintegrato alla Cattedra di Zoologia che tarda riparazione gli venne offerta dal nuovo Governo Provvisorio delle Provincie napoletane, additando in sua vece suo figlio Achille quale continuatore delle tradizioni paterne.

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Ma se Oronzio Gabriele COSTA rinunziava alla Cattedra non abbandonava il suo programma e trovava in se entusiasmo per riorganizzare la sua Accademia degli Aspiranti Naturalisti che cessò di esistere nel 1868 poco dopo la morte del COSTA avvenuta nel 1867.

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Suo figlio Achille nacque in Alessano (Lecce) nel 1823. Laureatosi in Medicina nel 1839 fu coadiutore del padre e con questi fu anche destituito nel 1849.

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Appena quindicenne presentava nel 1838, all' Istituto di Incoraggiamento, un suo primo lavoro «Cimicum Regni napoletani Centuria» e da allora cominciò a svolgere la sua attivita che è ininterrottamente proseguita per tutto il volgere degli anni della sua operosa vita. Note, studi, ricerche si succedono anche con la collaborazione all'opera paterna sulla «Fauna del Regno di Napoli» che dopo il 1850 fu da lui continuata.

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Nel 1857 con il suo lavoro sugli Anfipodi del Regno di Napoli, Achille COSTA comincia ad occuparsi della Fauna del Golfo di Napoli e numerosi e vari lavori ad illustrazione di questa Fauna si trovano nell'Annuario del Museo Zoologico di Napoli da lui pubblicato dal 1861 al 1871. In questi scritti numerose e interessanti sono le notizie su specie nuove, poco note o rare di Echinodermi, Anellidi, Tunicati, Crostacei, Molluschi e Pesci. Meritano particolare menzione le ricerche sugli Anellidi e sui Nudibranclii Eolididei, questi ultimi, di poi, magistralmente studiali dal TRINCUESE.

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Ma specialmente il COSTA si è occupato di Entomologia. L'autore per questa Scienza spingeva il COSTA, per adoperare una sua espressione, a peregriuare ed ora lo vediamo raccoglitore instancabile sul Matese, ora sull'Alburno, ora sui monti dell'Abbruzzo e della Calabria, ora in altre numerose contrade dell'ltalia meridionale ed insulare e specialmeute in Sardegna, la cui fauna fu da lui per primo ricouosciuta e illustrata in sei memorie sulla Geofauna sarda.

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I suoi lavori entomologici si riferiscono a quasi tutti gli ordini di Insetti, ma prevalentemente agli Imenotteri. II suo «Prospetto degli Imenotteri italiani », ancora oggi apprezzato e consultato dagli imenotterologi e lavoro poderoso che il COSTA iniziava nel 1867 e con cura assidua continuava per tutta la sua vita.

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II COSTA si e anche occupato di Entomologia agraria con lavori e rapporti sulla Fillossera, sul Baco da seta e sopratutto sugli Insetti dell'olivo, del Ciliegio e di altri alberi da frutta.

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Infaticabile, infaticato, vegeto e arzillo, come lo descrive il MONTICELLI, anche se vecchio di anni, ancora giovanilmente operoso e intraprendente la morte lo colse all'improvviso in Roma nel 1898 mentre Egli vi si trovava per una riunione della Commissione per la fillossera.

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Se Achille COSTA restò estraneo alle nuove vie che si aprivano alle ricerche zoologiche dovute ai nuovi metodi di studi e pur doveroso riconoscergli il merito di avere molto e bene lavorato secondo quell'indirizzo sistematico faunistico da lui prescelto perseguito con fervore, con costanza amorevole, con vera competenza e sopratutto con sincerità d'intenti dando quei frutti che ancora oggi non possono non essere oggetto della nostra riverente ammirazione. Ad Oronzio Gabriele e ad Acbille COSTA va poi l'indiscusso merito di aver per primi illustrate la Fauna dell'ltalia meridionale e della Sardegna. La loro famia del Regno di Napoli, opera oggi più che rara assolutamente introvabile, e ancora opera viva e ricercata dagli specialisti. 

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Ad Achille COSTA, dopo due anni di vacanza della Cattedra, successe Francesco Saverio MONTICELLI, appartenente a nobile famiglia pugliese che già aveva dato alla Scienza geologica l'Abate Teodoro MONTICELLI.

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II MONTICELLI nacque a Napoli nel 1863 e già nel 1894 vinse, per concorso, la Cattedra di Zoologia a Sassari passando nel 1896 a Cagliari e quindi nel 1897 a Modena. Nel 1900 vinse per concorso la cattedra di Napoli, che occupò fino alla sua morte avvenuta nel 1927.

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Prima cura del MONTICELLI fu di creare un laboratorio che non esisteva. All'ampio salone del Museo erauo annesse sei stanze da lavoro in cui erano sistemate alla meglio collezioni varie e sopratutto libri accumulali in circa un secolo di vita della Cattedra. Le sei stanze furono smantellate, fu creato un corridoio centrale di disimpegno sicchè le stanze seppur rimpicciolite diventarono dodici e in esse furono ripartiti i vari servizi del laboratorio.

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Ricordo anche io il piccolo Istituto di Zoologia ove, studente del 1° anno di Scienze, fui accolto con benevolenza dal MONTICELLI, al quale chiesi di poter consultare delle opere per studiare una collezione di Ortotteri da me riunita. E il MONTICELLI, superando le mie aspettative con quella gentilezza e liberalità che lo distingueva mi accolse nell'Istituto, assegnandomi un posto di lavoro e mettendo a mia disposizione libri e collezioni.

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Spesso visitavo i lavori per l'allestimento del nuovo Istituto i quali iniziati verso il 1910, su progetto del MONTICELLI stesso, dopo la stasi bellica del 1914-18, riprendevano terminando nel 1922 sicche nel 1923 il veccbio piccolo Istituto venne abbandonato e i suoi Iocali aggregati all'Istituto di Mineralogia.

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Anche il Museo sotto la direzione del MONTICELLI si ampliò con I'aggiunta del grande salone a mezzogiorno rimasto libero per il trasferimeuto del Museo di Anatomia Umana che vi era allogato, salone che però fu adattato ad aula delle lezioni.

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L'opera di zoologo del MONTICELLI è multiforme e varia. A parte i suoi primi studi sui Chirotteri con ricerche di Anatomia, Sistematica e Faunistica, fu l'opera di elmintologo che rese il MON­ TICELLI noto come una delle maggiori competenze specialmente nel campo dei Trematodi, dei quali in oltre 50 lavori studio I'auatomia e la sistematica. II suo «Saggio sulla morfologia dei Trematodi» è un'opera poderosa per la dovizia di fatti anatomici e per l'ordinamento sistematico ancora oggi adottato. Notevole e anche il gruppo di ricerche sulle Temnocefale e sui Cestodi dai quali separò i Cestodari. Ancora da ricordare i lavori sui Nemertei, sugli Anellidi e sui Peneidi dei quali iniziò una Monografia in collaborazione con Salvatore LOBIANCO che non fu portata a termine.

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II MONTICELLI creò la Collezione Elmintologica Centrale Italiana riunendo con la sua le raccolte del PARONA e dello STOSSICN, tuttora esistente e annessa al Museo di Zoologia.

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II MONTICELLI fu auche promotore di ricerche biologiche e faunistiche nel lago-stagno craterico degli Astroni.

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Creazione del MONTICELLI, fu, si può dire, l'Unione Zoologica Italiana, che oggi vede in quest'AuIa riuniti i suoi componeuti quanto più numerosi di quel piccolo gruppo di Soci fondatori, tra i quali il nostro Decano Professor Alessandro GHIGI, al quale, sicuro di interpretare i sentimenti dei presenti, mi è grato inviare il più cordiale ed augurale saluto.

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Ed ora la storia della Cattedra si arresta poichè diventa storia vivente. II successore del MONTICELLI, che per gli inesorabili limiti di carriera lasciò la Cattedra, avendone io avuto l'onore di succedergli, il nostro carissimo Professore Umberto PIERANTONI, Emerito della nostra Università, e qui fra noi in questo Convegno dell' Unione Zoologica Italiana che coincide con il suo 80° compleanno.

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Ed in questa bella e solenne cerimonia che raduna una cosi eletta schiera di studiosi di quella Scienza che Egli cosi magistralinente coltivò e con giovanile entusiasmo coltiva è per me fonte di genuina letizia poter concludere il mio dire porgendo al Professor PIERANTONI i voti augurali, sinceri ed affettuosi di tutti gli Zoologi Italiani.

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Fonte: https://www.tandfonline.com/doi/pdf/10.1080/11250005609439220

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