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Nel 1894
Napoli prima città con illuminazione elettrica

il contatore elettrico a gettoni

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Memoria della città e percorsi inattesi. In via Ponte dei Granili, al principio di San Giovani a Teduccio, Napoli orientale, l’Enel ha destinato ad Archivio storico nazionale un’intera palazzina; responsabile è Paolo De Luce, nomen omen. L’antica Dogana borbonica, poi Centrale elettrica Volturno, oggi è un complesso di medie dimensioni e dai grandi numeri che detiene 13.000 metri lineari di documenti, duecentomila fotografie, migliaia di disegni tecnici, libri e riviste specializzate, oltre a centinaia di filmati e oggetti.

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È la storia dell’industria elettrica italiana, che accende le prime luci nelle città alla fine dell’Ottocento e poi si stabilizza negli anni del boom con Enel, soggetto che procede al completamento dell’elettrificazione del Paese. Nel novembre del 1992 la Soprintendenza Archivistica per il Lazio ha dichiarato tutta la documentazione di Enel di «notevole interesse storico».

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Luce nelle case, elettrodomestici e Tognazzi

Buona parte sono carte e pubblicazioni per specialisti ma tantissimi sono i reperti che raccontano del Prometeo elettrico a Napoli e nel Sud: la luce sarà dapprima una conquista, bene di prima necessità, e poi una volta diffusa ovunque alimenterà trend consumistici col successo degli elettrodomestici. «Elettricità e vita moderna» è uno dei periodici editi dall’azienda. Tra le rubriche di una delle tante riviste saltano fuori anche le ricette scritte e proposte da Ugo Tognazzi, provetto sul set e ai fornelli, altro che Masterchef.

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Napoli fuori dal buio

La memoria di un luogo si racconta anche attraverso l’evoluzione delle case e delle strade sottratte al buio. Non a caso Parigi diventa la Ville Lumière, ed è un passaggio epocale, nel 1825 con la prima illuminazione pubblica a gas. Anche Napoli, scura nei vicoli persino di giorno, s’avvampa di vita a fine Ottocento; nell’Archivio c’è il primo contratto di illuminazione del Rettifilo (1894) e i primi progetti di trasmissione d’energia dal fiume Volturno alla metropoli.

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Il contatore «Maradona» e quello a gettoni

Dei tanti congegni con cui spesso vengono allestite mostre ne isoliamo due: il contatore color azzurro ribattezzato «Maradona» dai tecnici Enel e il contatore «a gettoni» che erogava energia introducendo una lira (equivalente a un kilowattora). In tempi di guerra veniva pure ingegnosamente manomesso introducendo al posto della moneta dischetti di ghiaccio: sciogliendosi, l’acqua faceva da conduttore e il contatore dispensava elettricità. Così il riscossore dell’Enel quando apriva il portellino del contatore invece delle lire trovava acqua fresca.

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Fonte: corrieredelmezzogiorno.corriere.it

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