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Nel 1749
Costruzione del Real Albergo dei Poveri a Napoli (3000 posti letto)

Il Real Albergo dei Poveri o Palazzo Fuga o, nell'uso popolare, Reclusorio o Serraglio, è il maggiore palazzo monumentale di Napoli ed una delle più grandi costruzioni settecentesche d'Europa.[2]

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Nel 1749 Ferdinando Fuga[3] fu chiamato a Napoli, nell'ambito del programma di rinnovamento edilizio del nuovo re Carlo III di Borbone, con l'incarico di progettare il gigantesco Albergo dei Poveri rivolto ad accogliere le masse di poveri del Regno. L'opera si inserisce in un contesto storico non lontano dalle finalità per le quali fu creato. Nella prima metà del XVIII secolo, infatti, Napoli fu caratterizzata dalla coraggiosa opera di rinnovamento del ministro Bernardo Tanucci, con i decreti sull'abolizione del feudalesimo e dei privilegi ecclesiastici, e dei primi vagiti dell'illuminismo napoletano, tra i quali si annoverano Antonio Genovesi e Ferdinando Galiani.

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L'opera rimase incompiuta per cui la sua mole (oltre 100.000 m² di superficie utile) rappresenta solo un quinto del progetto originale[4]. Tra le cause della sospensione, oltre all'ingente cifra necessaria al completamento, occorre risalire alla rivoluzione del 1799 quando Ferdinando IV impresse una svolta in senso pragmatico rispetto a quella prettamente assistenziale decisa dal suo avo Carlo III; si decise pertanto di adottare un nuovo progetto, elaborato dall'architetto Francesco Maresca, che prevedeva un numero limitato di camerate rispetto a locali più ampi dove allocare le macchine di produzione manifatturiera[4].

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Uno degli scopi di questa istituzione caritatevole fu di garantire i bisogni di sicurezza urbana, legato allo sviluppo della prima industrializzazione, che a Napoli aveva conosciuto uno sviluppo eccezionale, riprendendo le teorie della “città modello rinascimentale” sulla rieducazione dei detenuti e sul valore terapeutico del lavoro[4]. Un altro scopo fu di assicurare agli orfani della Santa Casa dell'Annunziata, accolti a partire dal 1802, i mezzi di sussistenza e l'insegnamento di un mestiere che li avrebbero potuti rendere autonomi nella vita quotidiana[4]. Nonostante i buoni propositi, l'Albergo dei Poveri, tuttavia, divenne un vero e proprio carcere, essendo etichettato come “serraglio”, cioè di un luogo dal quale non sarebbe stato più possibile uscire. Nel 1838, nelle sale dell'Albergo trovò posto la Scuola di Musica che fornì per vari anni suonatori provetti alle compagnie militari e dove si avvicendarono insegnanti celebri, tra i quali Raffaele Caravaglios, ed importanti amministratori, tra cui Rodrigo Nolli. Sorse anche una scuola per sordomuti, senza mai perdere la sua primitiva impronta assistenziale. Nel corso degli anni si avvicendarono nei suoi locali un Centro di Rieducazione per Minorenni, un Tribunale competente a giudicare le cause riguardanti i minori di diciotto anni, un cinema, delle officine meccaniche, una palestra, un distaccamento dei Vigili del fuoco e l'Archivio di Stato di Napoli civile.

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Fonte: wikipedia

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